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Acqua Foco e Vento - All about Jazz

di Neri Pollastri

“Viaggio nella memoria musicale della Toscana minore” è il sottotitolo di questo ultimo lavoro di Riccardo Tesi, sviluppato a partire da un progetto commissionatogli tre anni fa dal Comune di Pistoia e pian piano perfezionato, fino agli eccellenti esiti attuali.

Il progetto – molto caro a Tesi e del quale l’organettista e compositore toscano ci parlava nell’intervista dello scorso anno nasce da una ricerca musicologica sui canti popolari della montagna pistoiese, che si è spinta lungo le direttrici percorse in passato dalle genti di Pistoia per la transumanza (Maremma, Amiata) e l’emigrazione (Corsica). Sul materiale raccolto, Tesi e Maurizio Geri hanno intelligentemente lavorato per “aggiornare” le musiche, anche attingendo a ritmi e strumenti in parte lontani dall’originale filologico ed avvalendosi di interpreti provenienti da altri generi, terre e tradizioni. È il caso del contrabbassista Daniele Mencarelli, di provenienza jazzistica (anche se collaboratore di Tesi già in Banditaliana), di Damiano Puliti, violoncellista classico e membro dell’ensemble cameristico Harmonia, di Nando Citarella e Mauro Palmas, interpreti di musica etnica, ma certo tutt’altro che toscani.

Forse anche grazie a queste apparenti rotture dell’omogeneità culturale e di genere, il progetto rimane ben lontano dai cliché, pur senza fare concessioni alle “mode” del momento. Ne è un esempio il brano forse più esaltante del CD, “Tonio Romito”, definito “un rap”, ma nel quale i ritmi sono leggeri ed eleganti: più che le percussioni di Perla e Rodrigo de Queiroz, sono infatti le filastrocche popolari “montate” assieme nel testo del brano a determinare la cadenza, che inebria con la sua ciclica ritmicità.
Bravissimi tutti i cantanti – che incrociano le loro voci intonando su scale diverse – con una menzione particolare per Citarella ed Anna Granata.

I brani, quasi sempre tradizionali, sono tutti molto belli e rappresentano alcune delle molte forme di canto popolare presenti nel mondo contadino di un tempo: canti di protesta popolare o femminile (“Poveri contadini”, “Violina”), maggesi, canzoni “dialoganti”, a botta e risposta (“Oilì oilà”, “Pan di legno”), narrazioni (“La pastorella”), fino alle gustosissime canzoni cumulative, di sapore ora giocoso e conviviale (“La cena della sposa”), ora didattico e magico-religioso (“Cos’è uno”).

Tanto musica e testi sono bellissimi quanto gli interpreti sono eccellenti nel dar ad essi vita. E se i musicisti, per esigenze di progetto, suonano organicamente limitando i loro spazi di protagonismo, la parte del leone la fanno le voci, tra le quali spiccano i già citati Anna Granata e Nando Citarella, per la brillantezza dei timbri ed il peso nella costituzione del contesto sonoro, e Geri per l’appropriata interpretazione del genere. Ma all’occasione anche Devis Longo, Mauro Palmas e lo stesso Tesi si uniscono ai cantanti, ad esempio in quegli assai suggestivi brani interamente vocali, interpretati secondo modalità antiche ed ormai quasi dimenticate (come il polivocalismo in “bei” del “Maggio di Vico”).

Il disco, pur uscendo a basso costo per l’etichetta de Il manifesto, è assai curato anche nell’estetica della confezione, ed include un corredo di note che permettono di comprenderlo meglio e di riscoprire la bellezza e la complessità di un repertorio che non sembra proprio il caso di lasciare alla memoria dei nostri nonni e, da lì, far sparire nel buio dell’oblio.

Valutazione: * * * * ½

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