Recensione concerto Acqua foco e vento live, 22.08.03, Festival “Sentieri Acustici”, Maresca (Pistoia)
di Neri Pollastri
Dopo un paio d’anni dalla prima del suo progetto “Acqua, foco e vento”, incentrato sulla ricerca e la rielaborazione di canti popolari della montagna pistoiese, ed in occasione dell’uscita dell’omonimo CD per l’etichetta del manifesto, Riccardo Tesi ripropone lo spettacolo originario in una serie di date, che prendono il via proprio dall’appennino pistoiese, per il festival “Sentieri acustici”, di cui lo stesso Tesi è direttore artistico.
Il concerto è preceduto da una splendida esibizione in solo di uno storico collaboratore di Tesi, il francese Patrick Vaillant, che mostra le sue grandi doti di virtuoso alla mandola, al mandolino ed al mandoloncello, ma anche con la sua voce nei canti popolari occitani, che reinterpreta da molti anni.
Il gruppo di Tesi sale sul palco schierando tutti i dieci musicisti che hanno realizzato il recentissimo disco, dal quale lo spettacolo non si discosta molto nella struttura, mostrando però una ancor più rilevante vitalità, probabilmente dovuta alla felicissima interazione con il pubblico.
I momenti più vibranti sono i medesimi del disco: il “rap” di filastrocche “Tonio Romito”, le canzoni cumulative “Cos’è uno” e “La cena della sposa”, i maggesi, la emozionante “Juccumere”, di origine corsa. Le voci principali – di Maurizio Geri, di Nando Citarella e della bravissima Anna Granata – sono adattissime alle interpretazioni, che rimangono testualmente molto vicine alla tradizione, ma assumono un sapore del tutto nuovo ed originale grazie agli arrangiamenti vivacissimi e variopinti, ai sax di Claudio Carboni e Devis Longo (perlopiù impegnato alle tastiere), al violoncello di Damiano Puliti, all’eccellente contrabbasso di Daniele Mencarelli, alla mandola di Mauro Palmas ed alle percussioni di Valerio Perla e Citarella, che si affiancano alla chitarra di Geri ed all’organetto di Tesi, in questa occasione più impegnato a dirigere le danze che a figurare come solista.
La formazione, pur agendo con una coesione che limita gli spazi solistici, si modifica in modo anche sensibile in funzione del tipo di brano – almeno un paio interamente vocali – producendo così un particolarissimo straniamento, che contribuisce a movimentare insospettabilmente un repertorio di fondo assolutamente tradizionale, ma al quale viene conferita dagli arrangiamenti una freschezza che lo rende attualissimo.
Arricchito da gustosi siparietti (giustamente di genere “paesano”), lo spettacolo si conclude – dopo una richiesta di bis ripetuta così tante volte da costringere i musicisti a ripetere brani già eseguiti – con una scherzosa presentazione dei membri dell’ensemble in “ottava rima”, forma di declamazione popolare propria di queste terre e che ha oggi una fortunata riscoperta. Ciò mette ancor più in luce le profonde radici popolari di una musica, al contrario, dal tutto attuale.
Dopodiché, tutti in fila per l’acquisto dei CD, che – a dimostrazione del grande apprezzamento del pubblico – non saranno però sufficienti per tutti.
"Acqua foco e vento" Disco del mese Roots - JAM | Acqua Foco e Vento - DiRadio