È sempre un piacere entrare nella bottega di Riccardo Tesi. Una bottega di un artista infaticabile, di un artista ricercatore, paladino del lavoro collettivo e delle aperture a influssi e contributi esterni. Questa volta il suo lavoro e quello di uno dei suoi più fidi compari, Maurizio Geri, si concentra sulle radici, non solo musicali, ma di vita artistica di entrambi.
È il 1978 e Riccardo Tesi muove i suoi primi passi sulla scena con il suo organetto diatonico al fianco di Caterina Bueno, la musa della canzone popolare toscana, instancabile ricercatrice di paese in paese di melodie e testi, nonché interprete irripetibile. Risale invece ai primi anni 80 l'incontro di Maurizio con Caterina. Suoneranno insieme per dieci anni. "Entrambi", scrivono nelle note introduttive del libretto, "dobbiamo a Caterina li fatto di essere diventati musicisti di professione: lei ha guidato i nostri primi incerti passi nel modo dello spettacolo insegnadoci l'amore la tradizione e la memoria, ma anche il coraggio di rileggerla con la sensibilità e la libertà dell'artista".
È quindi qualcosa più di un omaggio, questo Sopra i tetti di Firenze. È una sorta di album di famiglia, di viaggio nel passato, di tuffo in un repertorio che è anche un pezzo di vita. Sempre però con l'approccio della bottega di Tesi: che è quello di sperimentare soluzioni innovative, scegliere strade inedite, vestire di arrangiamenti tutti nuovi pezzi antichi, tirarne fuori l'energia. Il marchio di fabbrica, o meglio, della bottega, è quello solito, all'insegna della contaminazione, dal folk di partenza agli influssi della world music, dal jazz alla canzone d'autore, con inevitabili spruzzate di liscio (dato che uno dei rivoli della tradizione popolare è finito - e continua a vivere - proprio nelle balere).
La "miscela Tesi", trascinante, antica e moderna, rigorosa e godibile a un tempo torna in questo disco doppio, addirittura, ben 19 canzoni (troppa grazia, davvero!), splendidamente suonato e cantato, come al solito e come al solito impreziosito da una serie di ospiti di gran vaglia. Lucilla Galeazzi in primis, una delle eredi di Caterina nel farsi bandiera e voce della tradizione popolare italiana, voce principale del disco insieme a Maurizio Geri. Ma anche Gianna Nannini, Piero Pelù, Daniele Sepe, Nada, Davide Riondino...
Il tutto a servizio di un repertorio che ti catapulta in un mondo affascinante e vitale, quello dell'Italia contadina, dove i temi sono la fame e la fatica, lo sfruttamento e la ribellione, l'emigrazione e l'ntimilitarismo, il lavoro e la festa, balli e canti d'amore, religiosità popolare e irriverenza. Un passato non così remoto nel tempo, ma che racconta un'Italia quasi completamente scomparsa, capace però di riaffacciarsi con grande immediatezza, anche grazie al gustoso impasto linguistico dei testi, colorati delle tante sfumature vernacolari della terra di Toscana.
Il repertorio è stato scelto con cura da Tesi e Geri, con un occhio di riguardo, oltre che per alcuni classici, per una serie di brani ancora inediti, risalenti agli anni 80, scelti e cantati da Caterina, ma mai messi su disco.
Sopra i tetti di Firenze è quindi anche un documento, un ulteriore punto fermo discografico nel lavoro portato avanti da Caterina. Un lavoro di grande rigore, con un libretto che accompagna canzone per canzone l’ascoltatore, spiegando, di ciascun brano, l'origine, il contesto, la storia. Inutile quindi che il recensore si dilunghi, dato che c'è tutto scritto lì. Resta solo da invitare all'ascolto, alla lettura, magari a un pizzico di nostalgia. Ricordandoci, con De Gregori (chiude il disco la sua splendida Caterina), che «la vita Caterina, lo sai, non è comoda per nessuno, / se ti fermi e vuoi gustare fino in fondo tutto il suo profumo».
Recensione pubblicata sul sito "La Brigata Lolli2, http://www.bielle.org/2010/Recensioni/Rece_TesiTetti.htm
Recensione della Notte degli Organetti (Torino Novembre 2009) sul Giornale della Musica | Banditaliana parla di Madreperla in un'intervista su Folkbulletin