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Banditaliana parla di Madreperla in un'intervista su Folkbulletin

INTERVISTA A RICCARDO TESI E ALLA SUA BAND -  Con "Madreperla" Banditaliana diventa maggiorenne

Banditaliana diventa maggiorenne: quasi impossibile da credere per noi folkettari piuttosto avanti con gli anni che abbiamo vissuto i tempi de “Il ballo della lepre”, “Ritmia”, “Anita Anita” e tanto altro ancora ma sempre all’insegna  di una certa tendenza all’effimero… Che effetto fa a Riccardo Tesi essere il leader di una band finalmente adulta?
Anche io sono sorpreso dalla longevità di questa band ma soprattutto dalla sua vitalità perché credo che proprio adesso, dopo 19 anni, stiamo attraversando uno dei nostri periodi migliori dal  punto di vista della creatività e della voglia di fare. Tutto è passato molto in fretta, giorno dopo giorno, la band è cresciuta in maniera costante ed ha  acquisito spessore e profondità, abbiamo registrato dischi e suonato nei più importanti festival internazionali , collaborato con gli artisti più svariati, realizzato produzioni originali ma soprattutto credo che abbiamo elaborato nel tempo una idea di musica che è solo nostra e che ci rende riconoscibili.  Adesso godiamo di un grande rispetto a livello internazionale ed abbiamo un pubblico fedele che segue i nostri lavori. Ho avuto la fortuna di scegliere sin dall’inizio dei buoni compagni di viaggio, ottimi musicisti e persone  serie e affidabili che hanno creduto in questo progetto e ci si sono buttati anima e corpo. Maurizio Geri da bravo chitarrista è diventato anche un ottimo cantante e ha iniziato a scrivere canzoni ispirate scoprendo anche un insospettabile talento come autore di testi. Claudio Carboni ha imparato a sviluppare in maniera colta creativa tutto quel che di buono aveva ereditato da anni e anni di ballo liscio. Da parte mia credo di avere avuto il merito di aggiornare costantemente l’idea di gruppo riconoscendo le qualità individuali e i progressi di ciascun componente nel corso degli anni. Adesso posso dire di avere al mio fianco artisti che a loro volta sono leader di altri progetti e quindi possono sopportare responsabilità molto più importanti che in passato. Gigi Biolcati, che invece è la new entry, si è talmente ben inserito nel gruppo che sembra ne abbia sempre fatto parte. Il suo apporto, anche a livello compositivo, è stato molto importante per questo nuovo lavoro.

Dalle tracce di “Madreperla” che abbiamo ascoltato emerge una eterogeneità dell’ispirazione davvero singolare: canzone d’autore, Portogallo, Madagascar, qualcosa di latino… Mi piacerebbe sapere da ogni componente della band qual è, per lui, il denominatore comune di questa esperienza sonora…
Risponde Riccardo Tesi: Credo che a parte i differenti colori che i brani possono prendere esteriormente anche in relazione al contenuto delle canzoni ci sia un’unità stilistica di fondo che è data dal nostro modo di scrivere e arrangiare la musica, da questa sorta di Mediterraneo immaginario cui facciamo sempre, bene o male, riferimento.
Risponde Maurizio Geri: Il denominatore è il suono del gruppo, un suono nostro che abbiamo affinato in questi anni trascorsi insieme, in questo disco compaiono spunti differenti legati alle nostre esperienze individuali ed al background di ciascuno di noi, e queste idee finiscono per suonare in “stile” Banditaliana.
Risponde Claudio Carboni: Per me Banditaliana è un contenitore di musiche, possiamo sperimentare le molteplici esperienze musicali dei componenti e distillare ogni brano come attraverso un prisma, dove luci e colori sono le nostre sensibilità di musicisti di oggi che viaggiano, vedono, mangiano e  ascoltano le diverse culture del mondo, da qui l’approccio alla nostra Musica senza frontiere ma con un’anima ben ancorata nel Mediterraneo.

E adesso un’altra domanda solo per Riccardo: sei stato il primo, almeno in Italia, a saper piegare l’organetto alle necessità di forme musicali contemporanee. Oggi il tuo stile, personale e  identificabile, ha fatto scuola: ti senti responsabile di questo o riesci a viverlo con leggerezza?
Io ho semplicemente seguito il mio cammino, inseguito i miei desideri musicali senza pormi il problema di creare una scuola o no, certo quando tanti bravissimi organettisti della nuova generazione mi riconoscono il ruolo di aver aperto un percorso e di essere stato per loro un punto di riferimento ne sono contento, significa che quello che ho fatto è servito a qualcosa !!!

Una domanda per la band: i vostri strumenti “normali” come si rapportano con l’organetto? Come con un anziano parente da sopportare, con un espressivo giovanotto da tenere a freno o in equilibrio in/stabile fra questi due estremi?
Risponde Claudio Carboni: Da quasi vent’anni suono con Riccardo e la cosa che già una quindicina di anni fa colpì un grande musicista, fu la totale fusione nei fraseggi tra sax e organetto, è una cosa voluta, quando io e Riccardo studiamo una melodia nuova ci confrontiamo continuamente sul modo, gli accenti, gli abbellimenti  e le dinamiche quindi per me è sempre rapporto di equilibrio e credo che questo percorso abbia influenzato entrambi rendendoci forse abbastanza originali.
Risponde Maurizio Geri: Non credo esistano strumenti limitati, piuttosto pensieri ed idee ed è una vita un po’ peggiore… Lo strumento permette alla sensibilità del musicista di affiorare ma è per l’appunto uno “strumento”; dietro c’è la persona, che in questo caso è un espressivo giovanotto con i capelli brizzolati…

Riccardo: il Cd da solo, l’omaggio a Caterina Bueno, Acqua Foco e Vento, Crinali… ancor prima Un Ballo Liscio, Colline, Veranda… Irrequietezza, inguaribile curiosità, voglia di non invecchiare… cosa senti essere preponderante come stimolo scatenante di una così varia iperattività?
La musica è allo stesso tempo la mia più grande passione e il mio lavoro. Per me è normale alzarmi la mattina e pensare alla musica ,  sono in continuo movimento perché ho bisogno di sorprendermi, di cercare ogni giorno qualcosa che ancora non conosco e che mi faccia andare avanti, che mi tenga sveglio artisticamente. Tutti i lavori che hai citato sono capitoli importanti di questa ricerca continua. Ho bisogno di obbiettivi, di nuove tappe, di sentirmi creativo. Tutto qua.

Torniamo a “Madreperla”. Un disco bello oggettivamente, perfetto negli equilibri, carnoso e saporito ma anche raffinato e delicato. In sintesi una produzione che, ce lo auguriamo di cuore, per la sua capacità di accattivare potrebbe finalmente spalancarvi le porte del grande pubblico. Durante la progettazione e la lavorazione ci avete mai pensato? (N.d.R.: si accettano solo risposte sincere icon smile INTERVISTA A RICCARDO TESI E ALLA SUA BAND   Con “Madreperla” Banditaliana diventa maggiorenne ).
Risponde Riccardo Tesi: Giuro di no, anche perché per raggiungere il grande pubblico ci vuole una macchina da guerra che noi non abbiamo e non ci interessa avere. Non cambieremo la nostra musica per avere il grande pubblico ma ci fa  invece piacere quando il nostro pubblico va al di là di quello specializzato, quando anche persone “normali” apprezzano il nostro lavoro. E questo sta succedendo sempre di più.
Risponde Claudio Carboni: Quando lavoriamo ad un nuovo progetto ci poniamo sempre il problema del mercato e non credo sia una vergogna, per noi è anche il nostro lavoro oltre che la cosa che più di ogni altra abbiamo desiderato nella vita, durante la lavorazione ci mettiamo spesso dalla parte del pubblico anche perché il mercato è pieno di dischi suonati e registrati perfettamente ma noiosi, piacere al pubblico non è sempre sinonimo di bassa qualità, il nostro mercato è fatto di grandi appassionati che ascoltano da Miles Davis a Jovanotti, cerchiamo di creare Musica che ci rappresenti e che racconti la nostra storia usando linguaggi comprensibili ai nostri ascoltatori, siamo anche molto severi, fino a che non siamo convinti di un brano non lo facciamo uscire, per “Madreperla”, la sera precedente alla consegna del master, a mezzanotte eravamo ancora a cercare di migliorare i mix e le strutture di alcuni brani… con grande disponibilità e competenza del nostro quinto uomo Stefano Melone, che lavora sempre nell’ombra e che vorremmo ringraziare di cuore.
Risponde Maurizio Geri: Da un disco ti aspetti sempre il massimo perché in quel momento hai dato il tuo massimo di creatività e impegno. Gli standard del grande pubblico sono differenti da un Cd come “Madreperla” e tutti lo sappiamo, ma negli ultimi diciotto anni siamo campati bene lo stesso anche senza grandi clamori e troppi schiamazzi.

Una domanda per Gigi Biolcati,  new entry della formazione: parafrasando Dante come farebbe Benigni, ti senti “quarto fra cotanto senno” oppure credi di avere già assimilato la filosofia musicale dei tuoi compagni di avventura?
Mentre Banditaliana  festeggia la maggior età, al sottoscritto stanno spuntando i primi denti da latte!
Il 13 febbraio dell’anno scorso, è stato il mio debutto con Riccardo, Maurizio e Claudio. Era evidente la mia tensione: imparare in un paio di settimane il repertorio, suonare con un set di percussioni del tutto nuovo per me e (non per ultimo) dover sostituire un percussionista del calibro di Marco Fadda non fu una passeggiata. Il concerto andò bene! La tournée successiva  mi aiutò a conquistare, a poco a poco la fiducia dei miei compagni di viaggio e ad accrescere quella in me stesso. Non so se sono  già entrato nella filosofia di Banditaliana, ma sento che in questo gruppo si sta creando una buona energia e c’è voglia di migliorarsi.

Intervista a cura di Roberto G. Sacchi

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