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Recensione Presente Remoto su Mescalina - rivista on line di musica e cultura

di Christian Verzeletti

Divenuto col suo organetto un’icona della musica popolare italiana, Riccardo Tesi ha celebrato i trent’anni di carriera pubblicando un disco che offre uno sguardo complessivo sul suo percorso musicale.

Non la solita raccolta antologica, ma un album di brani inediti realizzato con un collettivo di musicisti con cui per affinità ha collaborato o desiderato collaborare: dalla Banditaliana alle Balentes, da Stefano Bollani a Patrick Vaillant, da Elena Ledda a Ginevra di Marco e Gianmaria Testa, dal sax di Daniele Sepe e di Stefano Cocco Cantini al clarinetto di Gabriele Mirabassi e così via in una lista più di colleghi-amici che di ospiti.

“Presente remoto” è un disco pieno di virtù, in cui Tesi passa in festosa rassegna pezzi scritti per il cinema, per il teatro e per progetti suoi. Il denominatore comune è una mediterraneità italiana, che non scema un po’ ovunque come succede a molti dischi attuali più o meno etnici o popolari: dai pezzi suonati con la Banditaliana agli omaggi a De Andrè e Fossati, passando per le sfumature sarde portate dalle voci della Ledda, di Gavino Murgia e delle Balentes fino ai richiami jazz di fiati ed archi, si dipana un paesaggio nobile in cui si possono riconoscere radici ed influenze della nostra tradizione.

Da segnalare le cover di “La musica che gira intorno” (Fossati) e “La città vecchia” (De Andrè), due grandi canzoni già di loro, affidate alle voci di Ginevra Di Marco e di Gianmaria Testa, che danno una dignità profonda all’esecuzione personale di Tesi.
Tra un tango e qualche danza popolare, ci sono una manciata di strumentali gradevoli, anche giocosi, con scacciapensieri, launeddas, mandolino e basso tuba a sfiorare qua e là. E poi qualche idillio raccolto attorno al pianoforte e agli archi (Archaea 4th).

Tanti i musicisti coinvolti, molti dei quali portatori di una toscanità percepibile tra le varie flessioni della scaletta. A fare da guida comunque c’è sempre la “voce” dell’organetto di Tesi, tanto genuina quanto aulica.


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