Mastro Tesi! – Intervista a Riccardo Tesi su Lifegate Radio
di Antonio Larizza
Quand’ero bambino trovai nella cantina di casa mia una valigetta. La quale conteneva un organetto. Un vero organetto diatonico degli anni ’70. L’aveva comperato mio padre, da ragazzo. Quell’oggetto mi ha sempre stregato. Non ho mai imparato a suonarlo, però da allora ricerco musica creata con quello strumento. Qualche giorno fa ho avuto la fortuna di intervistare RICCARDO TESI, il maestro italiano per eccellenza di organetto diatonico.
“Presente Remoto”. Cosa rappresenta per te questo ultimo lavoro.
E’ nato con l’idea di festeggiare i miei 30 anni di carriera. Credo che questo tipo di appuntamenti siano un modo per ripensare tutto ciò che si è fatto e anche per tracciare nuovi percorsi. Non è uno sguardo solo verso il passato ma anche verso il presente e futuro. Ho colto questa occasione per incontrare musicisti che sono stati importanti nel corso della mia carriera musicale. Ma è stata l’occasione per collaborare anche con artisti che da parecchi anni inseguivo come Stefano Bollani, Gavino Murgia, Le Balentes e tanti altri. E’ un disco che è nato così… per la voglia di fare musica… con brani che avevo nel cassetto da quindici anni… son partito dalle composizioni e mi son chiesto quali sarebbero stati gli interpreti più idonei per questo tipo di atmosfere… e di volta in volta ho chiamato artisti diversi ed è stata una bellissima esperienza.
“La Città Vecchia” di Fabrizio De Andrè.
E’ un omaggio che ho inserito per questo grande artista con il quale ho avuto la fortuna di collaborare. Ho partecipato alla registrazione di Anime Salve. Grazie al fatto di aver collaborato con lui ho riscoperto a suo tempo, la forma canzone che per molto tempo avevo abbandonato. E quindi ho avuto voglia di reinterpretare questa canzone in chiave un po’ liscio… perché Fabrizio è stato uno dei primi ad usare ritmi di liscio per comporre canzoni… a me questa cosa era molto interessata. Suono da “balera raffinato”. E così ho pensato che GianMaria Testa potesse essere la voce giusta, sufficientemente personale per reggere il confronto con Fabrizio. Sono molto soddisfatto del risultato finale.
Hai conosciuto Rosa Balistreri?
No. Non l’ho mai incontrata. E’ sempre stata evocata nei racconti di Caterina Bueno con cui ho iniziato la mia carriera. Era una sua carissima amica ed insieme hanno iniziato il movimento del folk revival in Italia. Poi l’altro giorno nel concerto di Carmen Consoli mi son trovato seduto proprio accanto al figlio di Rosa Balistreri.
“Il Ballo della Lepre” è stato il tuo primo disco?
Sì, è stato il mio primo disco. E credo sia stato il primo disco in Italia dedicato all’organetto diatonico. Ogni mio disco è la fotografia esatta di quello che ero in quel momento. Adesso non farei più un disco in quel modo perché è cambiata la mia estetica musicale, è cambiato il mio modo di suonare. Non rinnego nulla. E’ stato il mio primo passo nel mondo della musica.
Apprezzo molto il tuo stile nella musica popolare. Perché hai virato, mi è parso di capire nelle tue ultime produzioni, verso il jazz?
Ma no… non ho virato verso il jazz, anzi meno che in passato. E’ che in realtà io non faccio musica popolare, nel senso che non sono un compositore… attingo dalla tradizione come fonte di ispirazione… però su questo interagiscono anche altri fonti di ispirazioni come il jazz, musica che amo ascoltare ma che non so suonare… non ho mai studiato veramente jazz. Però nel jazz amo l’improvvisazione e un certo gusto armonico che mi serve per comporre.
Se dovessi indirizzare mio figlio che ha 4 anni ad imparare a suonare l’organetto, qual’è l’età migliore per iniziare?
Mah… come tutti gli strumenti prima si inizia meglio è. Io non posso dir molto perché ho iniziato a 22 anni e sono completamente autodidatta. Ho veramente un percorso anomalo. Io mi ci sono avvicinato molto tardi. Arrivavo dalla chitarra. Credo che si possa iniziare a suonare a tutte le età. La musica è gioia e suonare uno strumento è una grande ricchezza.
Recensione Presente remoto su www.bielle.org | Recensione Presente Remoto su L'ISOLA CHE NON C'ERA