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Recensione Presente Remoto su L'ISOLA CHE NON C'ERA

di Rosario Pantaleo

Un nuovo lavoro di Riccardo Tesi è sempre una ventata d’aria nuova nel panorama discografico italiano. Il suono che scaturisce dal suo organetto diatonico è una macchina di note capace di trasportarci in maniera immediata in un mondo pieno di sogni e di immagini malinconiche dove però è bandita la tristezza a favore di una serenità che prima di tutto è consapevolezza interiore. Quattordici sono i brani, di cui due arrangiati per questo album e figli della canzone d’autore del nostro Paese: La musica che gira intorno (di Ivano Fossati, con la bella voce di Ginevra Di Marco) e La città vecchia (di Fabrizio De Andrè, cantata in maniera inspirata ed intensa da Gianmaria Testa). Ma è tutto il lavoro ad essere interessante e meritevole di un ascolto attento con le melodie costruite dall’organetto diatonico che si intersecano gli strumenti di ospiti con i quali Tesi ha avuto il piacere di collaborare, quali, ad esempio, Stefano Bollani al pianoforte in Tango di buona speranza (nel quale si ascoltano anche le belle sonorità del clarinetto di Gabriele Mirabassi) ed in Jazzy, un brano in bilico tra sonorità jazz ed aria popolare. Senza dimenticare gli interventi di Patrick Vaillant presente in quest’ultimo brano al mandolino così come in Mareggiata ed in Marok dove il musicista francese si esprime da protagonista al mandolino elettrico.

Ma non sono solo le presenze “importanti” a dare un tono ed un senso a PresenteRemoto. E’ anche la presenza forte e determinante dei musicisti di Banditaliana che non fanno mancare il loro fondamentale apporto a questo album celebrativo dei trent’anni di carriera di Riccardo Tesi. E questo anniversario è raccontato (più che celebrato) dal musicista di Pistoia con quella grande perizia strumentale e con la sensibilità che tutti gli appassionati di musica gli riconoscono. PresenteRemoto è da considerarsi non solo una sorta di celebrazione di una carriera ma la tappa di un percorso artistico che vedrà Tesi, ancora per lungo tempo, svettare come uno degli artisti più interessanti del nostro patrimonio artistico-musicale. Un album da ascoltare con calma, lasciandolo sedimentare nel tempo, riprendendolo in quei momenti in cui il bisogno di nostalgia diventa potente e prepotente.

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